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Mononucleosi infettiva in bambini e adolescenti

Quante volte abbiamo sentito amici, parenti o vicini di casa parlare di mononucleosi? Eppure non tutti sanno veramente cosa bolle in pentola. E’ una malattia grave? Come si trasmette? Cosa comporta? Quanto dura? Quale terapia impiegare?

In queste poche righe spiegheremo con parole semplici cos’è la mononucleosi, quali sono i sintomi e il decorso della malattia in bambini e adolescenti, come comportarsi e quando preoccuparsi.

Cos’è la mononucleosi infettiva? Come si trasmette?

La mononucleosi infettiva è una malattia contagiosa causata da un virus detto “Epstein Barr Virus” (EBV). È comunemente chiamata anche “malattia del bacio” poiché si trasmette attraverso la saliva sia direttamente – in occasione di contatti stretti (bacio) – sia indirettamente tramite oggetti (ad esempio posate, bicchieri, piatti); può inoltre essere contratta attraverso contatto con il sangue di individuo affetto.

Come si presenta la mononucleosi? Quali sono i sintomi nei bambini?

Nei bambini la mononucleosi infettiva ha un esordio generalmente brusco e improvviso presentandosi con febbre elevata, mal di testa e malessere generale.

Qui di seguito sono elencati alcuni dei principali sintomi:

Febbre elevata o talvolta febbricola persistente (vedi articoli correlati).

Debolezza, malessere generale, mal di testa.

Faringite (mal di gola, difficoltà ad ingoiare il cibo, gola arrossata talvolta con “pus” a livello delle tonsille).

– Ingrossamento dei linfonodi (linfoadenopatia), che cosi come la febbre alta e persistente è il principale motivo di allerta dei genitori!

I linfonodi sono spesso dolenti – soprattutto se toccati – e possono raggiungere le dimensioni di una noce. Sono interessati in particolare quelli della regione del collo (sia lateralmente che posteriormente) ma è possibile un interessamento di altre regioni corporee (inguine, ascelle).

Rash cutaneo. Può essere del tutto simile a quello della rosolia e del morbillo, ma il vostro pediatra (in base alla visita) probabilmente saprà orientarsi. In alcuni casi può comparire dopo la somministrazione di un antibiotico (generalmente amoxicillina)

– Ingrandimento di milza (splenomegalia) e fegato (epatomegalia). L’interessamento di fegato e milza è tipico della mononucleosi e pertanto non indica che la malattia si sta aggravando. Anche l’aumento (di grado variabile) delle transaminasi e della bilirubina e una riduzione delle piastrine (molto frequente) non deve preoccupare i genitori poiché gli esami di laboratorio si normalizzeranno con il passare dei giorni.

Quanto dura la mononucleosi infettiva nei bambini? È una malattia grave?

La mononucleosi infettiva è una malattia con esito benigno e nella quasi totalità dei bambini affetti la guarigione completa è la regola. La febbre e la faringotonsillite persistono generalmente per circa dieci giorni; i linfonodi tornano alla normalità in un tempo leggermente più lungo (anche fino a 3 settimane). Al di sotto dei 5 anni i sintomi possono essere più lievi e avere una minore durata.

La mononucleosi infettiva può interessare il sistema nervoso e altri organi?

È possibile sia l’interessamento del sistema nervoso centrale (meningite, encefalite) e periferico (sindrome di Guillan-Barrè) che di altri organi (cuore, polmoni, fegato come già detto) ma tali complicanze (fatta eccezione per il fegato, coinvolto nel 10% dei casi) sono davvero rare (in meno di un bambino su 100 affetti da mononucleosi) e hanno un decorso generalmente favorevole se prontamente diagnosticate (in questo caso il ruolo del vostro pediatra è fondamentale).

Esiste una terapia specifica?

Come per la stragrande maggioranza delle malattie virali, non esiste una terapia specifica contro l’EBV. È utile l’impiego di farmaci antipiretici (paracetamolo, il cui ruolo è di “abbassare la febbre”, vedi articoli correlati), il riposo a letto e le cure affettuose di genitori premurosi. Nei casi particolarmente severi (abbondante pus a livello tonsillare, linfonodi molto voluminosi, febbre molto elevata), il pediatra potrebbe prescrivere al vostro bambino un farmaco a base di cortisone (ad esempio Bentelan) per lo spiccato potere antinfiammatorio che è in grado di esercitare.

Inoltre il vostro piccolo potrà continuare una normale alimentazione, senza alcuna necessità di strane e deleterie diete in bianco.

Come si fa la diagnosi? Bisogna fare il prelievo di sangue?

La diagnosi è ovviamente compito del medico che riconoscerà la mononucleosi infettiva in base ai sintomi del bambino. Dovete sapere però che, nei casi dubbi, il pediatra potrebbe richiedere alcuni esami di laboratorio che confermeranno/escluderanno il sospetto di malattia da EBV:

– emocromo con formula leucocitaria

– transaminasi (AST, ALT), GGT, bilirubina diretta e indiretta,

– anticorpi anti EBV (per i più curiosi la tabella 1 e la figura 1 riportano informazioni più dettagliate)

La mononucleosi infettiva determina una condizione di estrema stanchezza che persiste per mesi? È vero?

Una volta si credeva che la “sindrome da affaticamento cronico” caratterizzata da spiccata stanchezza, dolori muscolari e articolari, febbricola e mal di testa fosse causata da un’infezione cronica da EBV. Oggi si ritiene che l’ EBV non abbia alcuno ruolo nel determinare la comparsa di questa particolare condizione clinica.

Diverso è invece il discorso dei giorni immediatamente successivi alla guarigione che possono essere si segnati dalla persistenza di debolezza e dolori muscolo-articolari che tenderanno ad attenuarsi con il passare del tempo fino a scomparire nel giro di 10-15 giorni.

La mononucleosi può essere dovuta ad altri virus?

Esistono altri virus e batteri in grado di determinare una sindrome simil-mononucleosica, caratterizzata cioè dai alcun dei sintomi tipici della mononucleosi da EBV. Tra questi i più comuni sono sicuramente il citomegalovirus (CMV) (che generalmente non determina faringotonsillite purulenta e tumefazione dei linfonodi del collo) e il Toxoplasma Gondii (che non provoca però né febbre né faringotonsillite). Anche in questo caso il pediatra è fondamentale per arrivare alla diagnosi corretta.

Come interpretare gli esami di laboratorio della mononucleosi?

Tabella1. Gli anticorpi anti EBV

Anti EBV-VCA IgMSegnalano che c’è un infezione da EBV in atto: compaiono infatti subito e si negativizzano dopo 1-2 mesi
Anti EBV-VCA IgGSegnalano che vi è stata infezione da EBV senza però consentire di capire quando: compaiono infatti precocemente e persistono per tutta la vita
Anti EBV-EASegnalano che vi è stata infezione da EBV nei 3-6 mesi precedenti: compaiono infatti dopo 1 mese dall’infezione e si negativizzano dopo 3-6 mesi
Anti EBNASegnalano che vi è stata infezione da EBV passata: si positivizzano infatti dopo 1-2 mesi e persistono poi per tutta la vita

 

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