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Piedi freddi, muchi e raffreddore: qual è il legame?

Perchè camminare a piedi nudi favorisce raffreddore, tracheite e mal di gola? Ecco il motivo scientifico…

Perchè camminare a piedi scalzi favorsice l’insorgenza di muchi, raffreddore, tracheite o altre infezioni delle vie respiratorie? Che legame c’è tra piedi, naso e trachea?

Questo brevissimo estratto nasce proprio dalla curiosità di voi lettori e dalle domande che ci ponete. Quante volte la nonna ha esclamato: “Non camminare a piedi scalzi che ti ammali!”… ma esiste un razionale scientifico in tale affermazione?

Ebbene si. Esistono studi che mostrano chiaramente come il raffreddamento dei piedi sia siginficativamente associato alla comparsa di raffreddore o altri sintomi respiratori. Che tale “infreddolimento dei piedi” si verifichi camminando scalzi d’inverno oppure dormendo senza calzini coi piedi fuori dalle coperte… il risultato è sempre lo stesso: più muchi, più infezioni respiratorie!

Nello studio che qui vi citiamo sono stati presi 180 soggetti e suddivisi in gruppo A e gruppo B. Ai soggetti del gruppo A è stato chiesto di tenere i pedi in acqua fredda (10°C) per 20 minuti. Ebbene nel gruppo A si è riscontrato una percentuale maggiore di sintomi a carico delle vie respiratorie nei giorni successivi rispetto al gruppo B che invece non era stato esposto ad acqua fredda (valori di p<0,05!… chi è del settore medico capirà!).

Ma qual è il nesso tra piedi, naso e trachea che si trovano ai capi opposti del nostro corpo?

L’ipotesi prevalente è quella della vasocostrizione riflessa indotta dall’esposizione al freddo: in pratica gli autori di questo studio citano un’ipotesi abbastanza accreditata secondo la quale il raffreddamento di superfici corporee (parliamo qui di piedi… ma lo stesso discorso può essere esteso a qualsiasi superfcie: gambe, petto, mani, testa etc etc) inneschi fenomeni di vasocostrizione riflessa a livello delle vie respiratorie… in pratica le arterie che portano sangue alle alte vie respiratorie si contraggono ed arrivando quindi meno sangue, i globuli bianchi (poliziotti del nostro corpo che ci difendono da virus e batteri) riusciranno ad accedere con minor facilità in queste sedi ed è quindi più probabile che s’inneschi un’infezione respiratoria, che potrà cominciare da un banale raffreddore o tracheite fino ad evolvere in altro.

Come ridurre quindi al minimo il rischio di raffreddore, tosse, muchi ed altri sintomi respiratori? Alla luce di quanto scritto sinora, i consigli che possiamo dunque darvi sono i classici “consigli della nonna” già noti ai più di voi. Qui abbiamo semplicemente voluto offrirvi le fondamenta scientifiche di tali giustissimi suggerimenti:

  • Non camminare scalzi sul pavimento che in autunno-inverno è tendenzialmente freddo (mettiamo almeno calzini antiscivolo ai nostri bimbi, che solitamente sono abbastaqnza spessi)
  • Assolutamente SI alle passeggiate all’aria aperta anche d’inverno (meglio che stare in ambienti chiusi e magari anche affollati dove germi e virus circolano meglio!), ma copriamo bene i bambini nelle giornate molto fredde e/o ventilate (guanti, cappello, sciarpa… il buon senso ci sarà di certo d’aiuto per ridurre al minimo le superfici corporee che si raffreddino!)
  • Evitiamo per quanto possibile che la notte si scoprano (se il bimbo ha un sonno molto vivace e si scopre puntualmente converrà abbondare un pò negli indumenti notturni)
  • …e… se qualche “nonna” che ci sta leggendo vuole aggiungere altri suggerimenti saremo ben lieti dia ccoglierli!

Pur certi che dal punto di vista pratico non abbiamo aggiutno nulla di più a ciò che già sapevate crediamo che a volte il semplice atto di dare un “perchè” anche alle cose più banali ce le fa apprezzare di più!

Quindi… non ci resta che coprire bene i bambini quando fa freddo! (evitando però di coprirli troppo, come spesso accade, anche quando invece tanto freddo non fa!)

Fam Pract. 2005 Dec;22(6):608-13. Epub 2005 Nov 14.
Acute cooling of the feet and the onset of common cold symptoms. Johnson C1, Eccles R.

 

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