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La malattia reumatica (o febbre reumatica): cosa è, diagnosi e terapia

La malattia reumatica, sebbene oggi poco frequente, è ancora una malattia seria e pericolosa: come riconoscerla precocemente?

Fino a qualche decennio fa la malattia reumatica era una patologia molto diffusa e spesso con esiti letali. Per fortuna grazie all’avvento degli antibiotici abbiamo trovato l’arma giusta per combatterla. Tutto inizia con una banale faringite, ma la situazione può successivamente peggiorare fino ad interessare organi vitali, come il cuore. Scopriamo insieme come fare una diagnosi precoce e come sconfiggerla!

Cos’è la Malattia Reumatica?

La Malattia Reumatica, anche detta Febbre reumatica, o Reumatismo Articolare Acuto è una grave e rara malattia infiammatoria acuta che colpisce diversi organi: le articolazioni, il cuore, la pelle e il sistema nervoso centrale.

Questa malattia infiammatoria è una rara complicanza di un infezione da Streptococco Beta-Emolitico di Gruppo A (SBEGA), che è causa di faringite nel bambino e nell’adolescente.

La Malattia Reumatica non è esattamente una progressione dell’infezione, ma più precisamente è una complicanza legata ad una “anomala” attivazione del sistema immunitario che dopo aver combattuto, e quasi sempre risolto, l’infezione da SBEGA inizia, per errore, a rivolgersi contro organi e tessuti del proprio corpo causando infiammazione e danni ad alcuni organi specifici.

Questo meccanismo, definito auto-immune è comune a tante altre malattie come la celiachia, la tiroidite autoimmune, il diabete del bambino (tipo 1) e tante altre.

Per questo motivo i primi sintomi della malattia si presentano circa 1-5 settimane dopo l’iniziale infezione.

Nonostante negli ultimi decenni la Malattia Reumatica si sia notevolmente ridotta, si sta assistendo ad un nuovo aumento nei paesi europei e resta ancora comune nei paesi in via di sviluppo dove l’accesso agli antibiotici e significativamente ridotto.

Come si manifesta e come mi accorgo che mio figlio ha questa malattia? Quali sono i sintomi della malattia reumatica?

La Malattia Reumatica si può manifestare in diversi modi, a seconda degli organi che sono maggiormente interessati. Va però sottolineato, anche per le conseguenze a lungo termine e la lunga terapia che necessità, che questa è una malattia grave, spesso diagnosticata in modo eccessivo, che va gestita da uno specialista, possibilmente un pediatra reumatologo.

I segni e sintomi principali, definiti criteri di Jones, sono i seguenti:

  • Cardite: infimmazione di valvole cardiache con esiti permanenti; talora anche miocardite e pericardite.
  • Artrite: le grandi articolazioni, come il ginocchio e la caviglia (che sono le più colpite), appaiono gonfie, dolenti e talvolta arrossate, con notevole difficoltà nel movimento e nel camminare. I bambini più piccoli possono rifiutarsi di camminare o perfino di essere messi a terra. Questa artrite è definita “migrante” perché tipicamente passa da un’articolazione all’altra anche nell’arco di poche ore.
  • Corea: è l’espressione del danno cerebrale legato all’infiammazione che si manifesta con la presenza di movimenti involontari degli arti, spesso le braccia. Uno dei primi segni può essere un peggioramento della grafia.
  • Lesioni cutanee: in particolare si possono notare delle macchie rosee color salmone sul corpo, braccia e gambe (Eritema marginato) o anche delle piccole lesioni tumefatte sotto la pelle a livello delle articolazioni (Noduli);

Febbre, artralgie senza gonfiore, aumento di VES e PCR, alterazioni dell’ECG e altri sintomi comuni sono la stanchezza e la presenza di dolori addominali.

Una volta consultato uno specialista, verrà valutata la funzione del cuore che è un altro degli organi bersaglio della malattia. E necessario quindi effettuare una ecografia del cuore ed un elettrocardiogramma per escludere i segni di sofferenza cardiaca (Cardite). Tuttavia solo raramente le alterazioni cardiache, seppure gravi, danni sintomi facili da valutare per un genitore.

Anche i prelievi del sangue, ed in particolare gli indici infiammatori, saranno di aiuti alla diagnosi, trattandosi di una malattia infiammatoria.

Prima di porre una diagnosi di Malattia Reumatica sulla base dei segni e sintomi sopra riferiti, è indispensabile verificare la presenza di una pregressa infezione da SBEGA o tramite un tampone faringeo o tramite la valutazione del TAS (Cosa è il TAS?)

La malattia reumatica è contagiosa? Si può trasmettere?

La Malattia Reumatica non è una malattia trasmissibile ad altri individui. Tuttavia l’infezione da Streptococco (SBEGA) è trasmissibile ad altri individui, ma la possibilità che qualcun altro sviluppi la Malattia Reumatica dopo aver avuto la stessa infezione è bassissima, ma aumenta nei familiari del soggetto (ad esempio i fratelli) che possono avere la stessa predisposizione genetica.

E’ possibile prevenire la malattia reumatica?

Purtroppo non è possibile prevenire del tutto la Malattia Reumatica.

Quello che si può fare è identificare precocemente e curare adeguatamente le infezioni da Streptococco. Tuttavia spesso è difficile diagnosticarle perché le faringiti causate da SBEGA sono del tutto simili alla maggior parte delle faringiti acute del bambino che sono invece causate da virus.

Dare antibiotici a tutti i bambini con faringite causerebbe danni peggiori  e fortunatamente, solo pochissimi dei bambini con infezione da SBEGA sviluppano la Malattia Reumatica in quanto predisposti.

Come si cura la Malattia Reumatica? Qual è la terapia?

Come abbiamo detto precedentemente la malattia reumatica è una malattia potenzialmente grave e va gestita in strutture specializzate nel settore.

La terapia specifica si basa essenzialmente su due principi:

  • Controllare l’infiammazione che danneggia i tessuti ed organi bersaglio (cute, cuore, articolazioni) con Aspirina ed eventualmente Cortisonici
  • Prevenire le re-infezioni da Streptococco che potrebbero riattivare il processo infiammatorio. Questa terapia profilattica si effettua, dopo aver trattato il primo evento di faringite, con l’iniezione di Penicillina per via intramuscolo ogni 3-4 settimane per periodi lunghi (anche anni) e legati essenzialmente alla gravità del quadro clinico di esordio.

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