Quali sono le caratteristiche dell’influenza 2014/2015? Chi vaccinare?
Siamo ormai a Gennaio ed è quindi previsto il picco di diffusione dell’influenza stagionale 2015.
Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sull’influenza nei bambini: cause, come si trasmette, diagnosi, terapia e prevenzione. Cerchiamo inoltre di capire quali sono i sintomi dell’influenza, quando è necessario chiamare il proprio pediatra ed in che casi può essere opportuno il vaccino antinfluenzale.
Analizzeremo prima le caratteristiche dell’influenza stagionale 2014/2015 e successivamente spiegheremo tutte le caratteristiche generali dell’influenza!
Le caratteristiche dell’influenza 2015 sembrano essere abbastanza tipiche: avremo quindi febbre (anche alta), tosse, raffreddore, senso di malessere generale e stanchezza, talvolta sintomi gastrointestinali come nausea vomito e diarrea. La durata può andare dai classici 3 giorni ma talvolta si può prolungare la febbre fino ad arrivare a 7 o addirittura 10 giorni.
La risposta agli antipiretici è buona (leggi anche “come abbassare la febbre nei bambini“) ma si osserva risalita della temperatura fino a 39-40 °C al termine dell’effetto.
Nei bambini più piccoli con prevalente sintomatologia respiratoria potremo osservare tosse intensa con i classici “muchi alle spalle” e difficoltà respiratoria…niente paura! Sono sintomi facilmente gestibili e il vostro pediatra vi saprà sicuramente indirizzare al meglio!
Particolare attenzione va posta nei neonati e nei bambini nei primi 3 mesi di vita. Nella fase di picco di diffusione cerchiamo di non farli stare a contatto con troppe persone! Ricordiamoci che anche un semplice raffreddore in un neonato può diventare qualcosa di serio!
L’antibiotico, nonostante la lunga febbre, non è solitamente necessario. Alcune indicazioni sulla terapia le potrete trovare nei paragrafi a seguire.
Il Ministero della Salute raccomanda e offre gratuitamente il vaccino anti-influenzale per le seguenti categorie a rischio:
Per quanto riguarda i bambini, la vaccinazione (vedi anche paragrafo successivo) è raccomandata ai bambini di età superiore ai 6 mesi affetti da:
La vaccinazione è inoltre raccomandata anche ad altre categorie, fra cui evidenziamo:
– Soggetti di età pari o superiore a 65 anni
– Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio
L’influenza è una comune infezione causata da due virus molto diffusi chiamati “virus dell’influenza A” e “virus dell’influenza B”.
La modalità classica di trasmissione è per via aerea. Ciò significa che avviene tramite colpi di tosse, starnuti e contatti ravvicinati con persone influenzate le quali ogni volta che tossiscono rilasciano nell’aria centinaia di goccioline microscopiche (tecnicamente chiamate “gocce di Flugge”) ripiene di virus influenzale che se respirate da un’altra persona trasmettono l’infezione. Queste goccioline tendono inoltre a depositarsi su oggetti, giocattoli e soprattutto sulle mani (che quindi andrebbero lavate spesso per ridurre la trasmissione del virus!). Nei bambini è molto comune contrarre l’infezione tramite condivisione di giocattoli. Il virus dell’influenza infatti è molto resistente nell’ambiente e può contagiare un bimbo anche distanza di 48 ore! Ecco spiegato perché a scuola l’influenza viene trasmessa cosi facilmente.
Il più delle volte l’influenza presenta diffusione di tipo epidemico (cioè va ad interessare un grandissimo numero di persone contemporaneamente) e si diffonde nei mesi più freddi dell’anno con picco epidemico verso inizio gennaio. Il motivo per cui l’influenza torna ciclicamente ogni anno risiede nel fatto che i virus che la causano hanno la capacità di modificare il loro patrimonio genetico operando delle vere e proprie “trasformazioni” che permettono loro di aggirare il nostro sistema immunitario: in pratica ogni anno il sistema immunitario impara a riconoscere e combattere una specifica tipologia del virus… ma l’anno dopo, ahimè, il virus furbo “cambia faccia” divenendo cosi irriconoscibile per il nostro sistema immunitario che deve imparare nuovamente a combatterlo al prezzo di sviluppare reazioni febbrili e sintomi.
Il tempo di incubazione dell’influenza (cioè il tempo che trascorre tra il contatto con il virus e l’inizio della malattia) è abbastanza variabile, oscillando solitamente tra 1 e 5 giorni.
I sintomi dell’influenza sono molto aspecifici, cioè assomigliano a quelli di tantissime altre infezioni di origine virale.
Il decorso classico dell’influenza è caratterizzato dai seguenti sintomi (in ordine di comparsa):
Anche la durata dell’influenza è variabile. Di solito la “fase acuta” (cioè la fase più ricca di sintomi e febbre alta) dura 3-4 giorni. La convalescenza può essere però abbastanza lunga e un senso di debolezza e di non completo benessere può persistere anche fino a 2 settimane!
Può essere necessaria una visita del pediatra soprattutto quando il nostro bambino è molto piccolo (meno di 1 anno di vita), se i sintomi persistono troppo a lungo, se lo vediamo molto irritabile o, più in generale, se c’è qualcosa che non ci convince (vedi anche l’articolo “Febbre nei bambini: 15 situazioni in cui stare molto attenti”
Nella quasi totalità dei casi la diagnosi dell’influenza viene effettuata mediante la visita medica dell’ammalato, e posta sulla base sintomi e della stagionalità. Ciò vuol dire che se nostro figlio presenta i sintomi tipici e ci troviamo in un periodo in cui è noto che l’influenza è in fase epidemica, quasi sicuramente non saranno necessari ulteriori esami. Una visita pediatrica potrà essere dirimente e toglierci ogni dubbio circa un episodio febbrile del nostro bambino.
L’utilizzo dei test rapidi per la diagnosi di influenza è ancora molto dibattuto a causa dei costi elevati, della non completa affidabilità e dei dubbi circa la reale utilità pratica di questi test. Può essere indicato in casi particolari ed in bambini con malattie croniche dove sia necessario avere maggiore certezza diagnostica per prendere in considerazione terapie particolari (tramite farmaci antivirali – vedi paragrafo successivo). E’ opportuno dunque che l’indicazione a praticarli venga posta dal proprio pediatra di fiducia.
Nella gran parte dei casi non è necessaria alcuna terapia per combattere le cause dell’influenza (in quanto il nostro sistema immunitario il più delle volte è in grado di sconfiggere i virus in pochi giorni). Solo in casi particolari ed in bimbi affetti da patologie croniche sottostanti il pediatra potrebbe porre indicazione ad iniziare terapia con antivirali (un esempio: il tamil).
Nella stragrande maggioranza dei casi è sufficiente un’adeguata terapia sintomatica (cioè mirata solo a combattere i sintomi e i fastidi dell’influenza). Sarà dunque sufficiente somministrare farmaci antipiretici (esempi in commercio: tachipirina, nurofen, etc – per modalità di somministrazione, dosi e indicazioni si rimanda all’articolo Come abbassare la febbre nei bambini). In caso di tosse importante il vostro pediatra saprà valutare la necessità di iniziare una terapia aerosolica.
Come detto in precedenza, nei bambini più piccoli ci potrebbe essere una prevalenza della componente respiratoria con molti muchi e raffreddore. Molto utile a tal proposito vi potrebbe risultare la lettura del nostro articolo: “Raffreddore nei bambini: rimedi e cure”
Molto importante è comunque la “terapia di supporto” del bambino: è importante che il piccolo non si indebolisca troppo e non si disidrati. Cercate quindi di farlo mangiare, e soprattutto bere il più possibile! Infine una buona dose di coccole non fa mai male in questi casi!
L’utilizzo degli antibiotici è, in prima battuta, assolutamente da sconsigliare. Essendo infatti una malattia virale e non batterica, l’antibiotico risulterebbe completamente inutile esponendo il nostro bambino al rischio di effetti collaterali e favorendo l’insorgenza di batteri resistenti agli antibiotici. Può essere utile invece in caso di complicanze o nel caso in cui la febbre tardi a spegnersi lasciando supporre la possibilità della sovrapposizione di un’infezione batterica. Classicamente vige la famosa regola dei 3 giorni: una febbre che non si toglie dopo 3 giorni fa presumere una sovrapposizione batterica e richiede antibiotico. C’è però da dire che questa regola non è sempre valida e sotto la guida di un pediatra attento che ricontrolli il piccolo nel corso dei giorni è possibile a volte arrivare in 4° o addirittura 5° giornata senza iniziare l’antibiotico… per poi assistere con gran soddisfazione allo sfebbramento spontaneo del bambino!
Le complicanze più comuni dell’influenza sono quelle dovute a infezioni batteriche secondarie come, ad esempio, otite, bronchite e polmonite. In questi casi è necessaria la visita del vostro pediatra di fiducia e il supporto di una terapia antibiotica appropriata.
Purtroppo non esiste un modo per essere sicuri di non far contrarre l’influenza ai nostri bambini. Alcune regole di buon senso però andrebbero sempre rispettate:
L’argomento del vaccino contro l’influenza in età pediatrica è da sempre molto dibattuto. Ad oggi le posizioni espresse dall’Istituto Superiore della Sanità e dalle principali società scientifiche pediatriche nella gran parte dei casi concordano che il vaccino dovrebbe essere consigliato solo in quei bambini con patologie croniche (ad esempio cardiopatie congenite, diabete mellito, fibrosi cistica, tumori, immunodeficienze, malattie infiammatorie croniche intestinali) in quanto i rischi di complicazione per bambini “sani” sono minori.
Ad ogni modo la scelta di vaccinare un bambino va calibrata in base alla storia clinica personale di quest’ultimo. Pertanto per effettuare una scelta giusta ed oculata è sempre opportuno discuterne col proprio pediatra di fiducia.
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