Generalmente lo sviluppo fonologico, cioè lo sviluppo del linguaggio, nel bambino segue delle tappe ben precise e quando un bambino non le rispetta iniziano le prime paure nei genitori.
Partendo dal presupposto che ogni bambino ha la propria individualità e quindi potrebbe aver bisogno di più tempo per iniziare a parlare vediamo come, in linea di massima, si articola effettivamente l’evoluzione linguistica del bambino e quando bisogna preoccuparsi.
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Lo sviluppo fonologico del bambino si articola attraverso vari step che possiamo schematizzare in questo modo:
In queste fasi di sviluppo sembra che le bambine siano leggermente più precoci rispetto ai maschietti della stessa età ma questa differenza tenderà a scomparire nel tempo.
Se un bambino di 2 anni ha un vocabolario costituito da meno di 50 parole e si esprime ancora attraverso le cosiddette olofrasi (cioè un’unica parola per esprimere un concetto, ad esempio “pappa” per dire “ho fame”, oppure “voglio mangiare”) molto probabilmente abbiamo a che fare con un late talker (o parlatore tardivo).
Questo non significa necessariamente che ci troviamo di fronte un bambino con un disturbo specifico del linguaggio ma potrebbe trattarsi semplicemente di un bambino che ha bisogno di più tempo i cosiddetti late bloomer (bambini che sbocciano in ritardo nel senso che acquisiscono in ritardo le abilità linguistiche tipiche della loro età) e di qualche accorgimento in più.
E quindi cosa fare in questi casi?
Prima di iniziare a preoccuparsi è possibile mettere in atto tutta una serie di strategie per stimolare il linguaggio, ecco qualche esempio:
Sono stati messi a punto vari test che consentono di valutare l’entità del ritardo linguistico tra questi sicuramente il più utilizzato nel mondo è il MacArthur-Bates Comunicative Development Inventories, disponibile in 49 lingue, che in italiano diventa Il primo vocabolario del bambino: parole e frasi. Questo test, articolato in due fasi, consente di attribuire un punteggio al bambino che viene correlato all’età in un grafico (paragonabile a quello delle curve di crescita per peso e altezza).
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Quando si sospetti un ritardo del linguaggio sarà necessario rivolgersi, dopo aver consultato il proprio pediatra, a un centro specializzato per la cura dei disturbi del linguaggio che, grazie alla presenza di una equipe multidisciplinare (otorinolaringoiatra, neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista) potrà guidare i genitori nell’iter diagnostico più appropriato volto alla ricerca della causa.
Le cause del ritardo sono molteplici e possiamo riassumerle in questo modo:
Ognuna di queste cause richiederà ovviamente un approccio diverso e la gestione del problema da parte di uno specialista.
Nei late talker ovviamente la distinzione tra fisiologico e patologico va valutata nel tempo, si è visto che tra i late talker di 24 mesi circa la metà avrà completamente risolto il problema e recuperato il ritardo a 36 mesi (a 3 anni).
Di quelli che restano la maggior parte recupererà il ritardo intorno ai 48 massimo 60 mesi (4-5 anni), questi sono i late bloomer; solo il 3-5% evolverà in un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) e di questi ultimi solo l’1,5% verrà inquadrato come disturbo dello spettro autistico.
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