Scopriamo insieme cosa fare e cosa non fare quando un lattante corre il rischio di soffocamento.
Imparare le manovre di disostruzione delle vie respiratorie nel lattante è fondamentale: i lattanti (cosi vengono definiti i bambini nel primo anno di vita) come sappiamo esplorano il mondo con la bocca e la probabilità di soffocamento è più alta rispetto a tutte le altre epoche della vita. Sono stati fatti molti studi per capire quali siano le manovre di disostruzione più utili e molte delle società scientifiche internazionali che si occupano di medicina d’urgenza (come ad esempio l’American Heart Association o l’European Resuscitation Council) hanno redatto delle linee guida che hanno contributo a salvare molte vite. Queste manovre dovrebbero infatti essere conosciute da tutti, medici e non medici. Fortunatamente oggi molte associazioni praticano regolarmente corsi teorico-pratici per insegnarle correttamente
Le manovre anti-soffocamento sono dei semplicissimi gesti che, quando ben fatti, possono salvare un bambino in più del 90% dei casi. Quando infatti le vie respiratorie di un lattante sono ostruite da un corpo estraneo, l’ossigeno non può più arrivare al sangue. Tutti i nostri organi hanno bisogno dell’ossigeno per funzionare, ma uno di questi è particolarmente sensibile: il cervello. Bastano infatti pochi minuti (circa 4) di assenza di ossigeno per causare danni alle cellule del nostro cervello, che dopo circa 10 minuti iniziano a morire. Un intervento precoce è quindi fondamentale!
Una delle cose più importanti da imparare è riuscire a riconoscere la situazione in cui le manovre vanno eseguite. Può infatti capitare che, se eseguite in un momento sbagliato, le manovre anti-soffocamento possano addirittura peggiorare la situazione!
Per fortuna è molto facile sapere quando NON farle: basterà sentire se il nostro bambino tossisce. La tosse infatti è un riflesso di cui la natura ci ha dotato proprio per liberare le nostre vie respiratorie da corpi estranei e rappresenta il meccanismo più forte ed efficace per le disostruzione. Fin quando ci sarà la tosse infatti noi non dobbiamo fare assolutamente nulla! Quindi, anche se saremo fortemente tentati, EVITIAMO ASSOLUTAMENTE di mettere il lattante a testa in giù, di dargli da bere, di dare pacche forti dietro la schiena, di infilargli le dita in bocca o di scuoterlo. Tutte queste manovre infatti possono ostacolare la tosse che è il mezzo più efficace (anche più efficace delle manovre!) di cui siamo dotati per disostruirci! Inoltre, fin quando la tosse sarà presente (o il lattantino piangerà urlando ed emetterà suoni intensi), vuol dire che l’ostruzione delle vie respiratorie sarà solo parziale quindi l’aria ha ancora la possibilità di arrivare ai polmoni.
Può succedere però che la tosse sin dal principio non si presenti o ad un certo punto può bloccarsi ed il bambino non emetterà più alcun suono (pianto, parole) ed in pochi secondi diventerà cianotico (per cianosi si intende un colorito bluastro della cute): in questi casi è fondamentale intervenire immediatamente con le manovre anti-soffocamento!
Va sottolineato che tutte le manovre di disostruzione tendono ad emulare il meccanismo della tosse, cercando di comprimere la gabbia toracica, che nel lattante è ancora poco ossificata e quindi molto elastica, per fare “pompare” aria dalle basi verso le vie respiratorie superiori e fare quindi uscire quindi il corpo estraneo. Come detto in precedenza, nessuna di queste manovre è efficace come la tosse, quindi nel momento in cui il piccolo dovesse tornare a tossire dopo inizio delle manovre , anche l’operatore dovrà limitarsi a favorire il meccanismo della tosse, senza intervenire ulteriormente.
Dopo aver chiamato a gran voce aiuto e fatto chiamare il 118, ci prepareremo ad eseguire le manovre che verranno fatte secondo i seguenti passaggi:
In questo caso, dopo pochi minuti, il nostro lattante inevitabilmente diventerà incosciente. Quando ciò succede, bisogna fermarsi con le manovre anti-soffocamento, assicurarsi che il 118 sia stato chiamato (se non è stato fatto bisogna chiamarlo immediatamente!) ed iniziare la rianimazione cardiopolmonare, mediante massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca (nel lattante molto piccolo si può anche effettuare la respirazione inglobando sia la bocca che il naso). Una volta posizionato il bambino su un piano rigido (anche un normale tavolo va bene!) e scoperto il torace si procederà alternando 30 compressioni toraciche (posizionando le dita sempre al centro della linea che unisce i due capezzoli) e 2 respirazioni bocca a bocca. Si continueranno queste manovre per quanto più tempo possibile, fermandosi solo se il bambino si riprende o all’arrivo del 118. Dopo le prime 30 compressioni può essere utile ispezionare rapidamente la bocca del bambino per osservare se il corpo estraneo è affiorato: in questi casi, facendo un uncino con un dito (di solito l’indice) si può provare a rimuovere il corpo estraneo.
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Scritto da: dott. Raffaele Troiano
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