“Mamma mi esce il sangue dal naso!”
Al solo sentire questa frase la maggior parte delle mamme va in panico, non sa cosa fare… testa in su o in giù? tampone sì o no? soffiare o non soffiare il naso?
Ghiaccio dietro la nuca, acqua fredda sui polsi, succo di limone nel naso, una fetta di cipolla sotto le narici…si potrebbe continuare ancora per molto ad elencare i rimedi più o meno bizzarri e più o meno validi per bloccare la fuoriuscita di sangue dal naso.
E’ sempre qualcosa di cui bisogna preoccuparsi? quali sono i rimedi più efficaci?
L’epistassi o rinorragia non è altro che la perdita di sangue dal naso. Si tratta di un evento estremamente frequente a tutte le età ma nei bambini ancora di più, il picco di incidenza è tra i 2 e i 10 anni di età.
Quando mamma e papà assistono a un episodio di epistassi lo descrivono sempre come una perdita abbondantissima di sangue ma molto spesso non lo è. Quasi sempre è una condizione benigna che si risolve, anche spontaneamente, in pochi minuti; se però si verifica molto frequentemente è necessario rivolgersi al pediatra o ad un otorinolaringoiatra perché nel 6% dei casi potrebbe essere la spia di una patologia più importante.
Nella maggior parte dei casi l’epistassi è dovuta a una fragilità capillare nella parte anteriore del setto nasale, in una zona detta locus Valsalvae o, come dicono gli anglosassoni, area di Kiesselbach. I sanguinamenti da altre zone del naso, soprattutto quelli posteriori, sono meno comuni nell’età pediatrica. Oltre alla fragilità capillare, altri fattori, distinti in locali e generali, concorrono al manifestarsi dell’episodio di epistassi.
Per quanto riguarda i fattori locali, i più frequenti sono:
Solitamente i fattori scatenti locali, come quelli appena elencati, si associano ad epistassi monolaterali cioè il sanguinamento avviene da un’unica narice e non da entrambe.
I fattori scatenanti generali, cioè quelli che coinvolgono tutto l’organismo, sono rappresentati da malattie più serie di cui l’epistassi è solo un sintomo. Le malattie che più frequentemente si associano ad epistassi sono le coagulopatie (emofilia A, emofilia B, malattia di Von Willenbrandt), le malattie oncoematologiche (i cosiddetti tumori del sangue) ma fortunatamente rappresentano una percentuale minima e vi sono sempre altri sintomi associati.
In assoluto la prima cosa da fare di fronte a un bambino con epistassi è mantenere la calma e tranquillizzare il piccolo che sarà sicuramente spaventato dalla vista del sangue, è importante fargli capire che è una cosa che può succedere a tutti e passerà in pochi minuti.
Ecco quindi un elenco delle cose da fare per arrestare prima il sanguinamento:
Se questo non dovesse servire a d arrestare l’epistassi allora sarà il caso di rivolgersi ad un otorino che deciderà se procedere allo step successivo che, nel caso di un vaso sanguigno che stenta a cicatrizzarsi, è rappresentato dalla cauterizzazione o causticazione. Nei bambini quasi sempre questo viene effettuata con delle “matite” emostatiche a base di nitrato d’argento, è una pratica assolutamente indolore che richiede pochi minuti. Raramente si ricorre alla diatermo-cauterizzazione cioè la “chiusura” del vaso sanguinante attraverso il calore, è una pratica più dolorosa per cui non è la prima scelta nei bambini.
Infine è bene ricordare che, nei bambini con predisposizione all’epistassi, è fondamentale umidificare bene gli ambienti per evitare che la mucosa nasale si secchi eccessivamente ed effettuare sempre i lavaggi nasali per mantenere le narici umide e pulite ed evitare che si formino delle croste. In alcuni bambini, per i lavaggi nasali sono utili anche le soluzioni isotoniche (o a volte ipertoniche) addizionate con acido ialuronico sempre per mantenere una buona idratazione della mucosa nasale.
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