Al momento stai visualizzando Raffreddore nei bambini: cosa fare? | Faropediatrico

Raffreddore nei bambini: cosa fare? | Faropediatrico

L’autunno, si sa, con l’abbassamento improvviso delle temperature porta con sé i primi “malanni di stagione” e, sicuramente, il principe indiscusso delle malattie respiratorie stagionali è il raffreddore.

 

Cos’è il raffreddore?

Il raffreddore è un’infezione delle alte vie respiratorie, soprattutto naso e gola, causato da oltre 200 tipi diversi di virus e, proprio per questa varietà di microrganismi responsabili, l’organismo non riesce a mettere in atto meccanismi di difesa specifici.

Il raffreddore è senza dubbio l’affezione respiratoria più comune e più contagiosa, infatti i virus che causano il raffreddore diffondono facilmente da un soggetto malato a uno sano attraverso le goccioline di saliva mobilizzate con gli starnuti o anche semplicemente parlando. Nei neonati la diffusione è ancora più frequente per la tendenza, tipica dei bambini, di esplorare con la bocca (la cosiddetta fase orale dello sviluppo quando cioè i lattanti portano alla bocca le dita e poi gli oggetti che riescono ad afferrare per appurarne forma e consistenza).

I virus responsabili del raffreddore resistono nell’ambiente e sugli oggetti anche per 3-4 ore rendendo il contagio ancora più facile.

Tra i principali fattori di rischio per la diffusione del raffreddore, specialmente tra i neonati che hanno un sistema immunitario ancora immaturo, ci sono gli sbalzi di temperatura tipici dei cambi di stagione, i colpi d’aria improvvisi, la permanenza in luoghi molto affollati.

Come si manifesta il raffreddore nei neonati

Il raffreddore nel neonato è un’evenienza estremamente comune e non deve allarmare i genitori che però devono sapere bene come comportarsi, si conta che durante la stagione autunnale e invernale un bambino presenta mediamente almeno 6-8 episodi di raffreddore.

Il sintomo tipico del neonato con raffreddore è il nasino chiuso, non essendo il bambino piccolo capace di soffiarlo. Dato che il neonato respira essenzialmente con il naso, averlo chiuso inciderà negativamente sull’alimentazione, sul sonno e sull’umore.

Alla congestione nasale possono associarsi altri sintomi come il naso che cola, la febbre, il mal di gola e la raucedine, gli occhi arrossati, gli starnuti e la tosse.

Nei bambini che ancora non parlano, il raffreddore è accompagnato anche da crisi di pianto improvvise non potendo il piccolo esprimere il proprio disagio in altro modo.

Cosa fare in caso di raffreddore nei neonati?

Si tratta solitamente di affezioni autolimitantesi cioè che tendono a guarire da sole nel giro di 7-10 giorni, senza necessità, quindi, di ricorrere ai farmaci. Possiamo, però, aiutare i nostri piccoli pazienti con una serie di accorgimenti per superare meglio la malattia.

Ecco cosa fare per alleviare i sintomi del raffreddore:

  • liberare il nasino dal muco in eccesso,
  • idratare adeguatamente il bambino per evitare fenomeni di disidratazione che possono essere dovuti sia alle difficoltà ad alimentarsi che alla febbre,
  • umidificare gli ambienti perché un ambiente umido contribuisce a sciogliere i muchi e alleviare la congestione nasale,
  • sollevare leggermente la testa quando dorme per aiutare i muchi a defluire.

Farmaci per il raffreddore: sì o no?

Dato che il raffreddore è un’infezione che tende a guarire spontaneamente è bene evitare il repentino ricorso ai farmaci, a meno che non sia il pediatra a prescriverli dopo la visita.

E’ necessario ricordarsi sempre che, essendo il raffreddore un’affezione di origine virale, non necessita dell’uso dell’antibiotico a meno che non sopraggiungano delle complicazioni ma anche in questo caso mai procedere col fai da te ma consultare un pediatra che saprà indicare la terapia appropriata.

Vediamo quali sono i farmaci più usati in caso di raffreddore e se sono realmente utili:

  • paracetamolo: è il farmaco di prima scelta per la febbre in età pediatrica ma si consiglia di usarlo solo se la febbre supera i 38°-38,5° o se si accompagna a particolare malessere generale.
  • FANS (antinfiammatori non steroidei come ad es. l’ibuprofene): hanno le stesse indicazioni del paracetamolo.
  • spray vasocostrittori: l’uso di questi farmaci oltre che poco efficace può essere gravato da effetti collaterali molto seri quali tremori e convulsioni perciò dal 2007 l’Istituto Superiore di Sanità e l’Agenzia Italiana del Farmaco ne hanno vietato l’uso nei bambini sotto i 12 anni di età.
  • aerosol con cortisone: un recente studio ha dimostrato che l’efficacia dell’aerosol con beclometasone (il cortisonico per aerosol più utilizzato in Italia) è sovrapponibile a quella dell’aerosol con sola soluzione fisiologica perché l’effetto benefico, in caso di raffreddore, è mediato dal vapore piuttosto che dal farmaco. 
  • spray a base di cortisone: sono utili solo in caso di rinite su base allergica ma assolutamente inefficaci per il raffreddore nel neonato.
  • pomate ad effetto balsamico: si applicano direttamente all’ingresso delle narici ma, specie se a base di canfora, possono creare irritazioni e addirittura laringospasmo e broncospasmo.
  • mucolitici: qualunque sia la via di somministrazione (sciroppo, gocce, aerosol), i mucolitici sono inefficaci nel raffreddore neonatale e possono addirittura causare crisi di asma e soffocamento per cui sono controindicati sotto i 2 anni di età.

Sono utili i lavaggi nasali? Ecco come farli correttamente

Come già accennato, il rimedio più efficace per alleviare i fastidi del raffreddore nel neonato è la corretta pulizia del nasino attraverso i lavaggi nasali.

Ma come e quando farli? Quali prodotti utilizzare?

I lavaggi nasali vanno ripetuti più volte nel corso della giornata soprattutto prima di ogni poppata, per consentire al bambino di respirare meglio durante la suzione, e prima di farlo addormentare.

I prodotti utilizzati per i lavaggi nasali del neonato sono: la soluzione fisiologica (una soluzione salina isotonica cioè con una concentrazione di sali minerali simile ai liquidi corporei), la soluzione ipertonica (cioè con una concentrazione salina maggiore, indicata nei casi di muco più denso), l’acqua di mare sterilizzata o l’acqua termale.

Queste soluzioni vanno usate sempre a temperatura ambiente o al massimo tiepide mai troppo fredde né troppo calde in modo da non dare eccessivamente fastidio al bambino. Le troviamo già in pratiche confezioni monodose da poter utilizzare direttamente per l’applicazione o sotto forma di spray. Nel caso si disponesse invece di un flacone più grande può essere sufficiente utilizzare una siringa senza ago, aspirare 5-10 ml di soluzione e instillarla direttamente nella narice. Altro strumento da poter utilizzare è il rinowash o la doccia nasale, un dispositivo che si collega all’aerosol permettendo alla soluzione di raggiungere direttamente le cavità nasali.

Dopo il lavaggio è opportuno procedere all’aspirazione del muco e della soluzione usata per il lavaggio. Questa operazione può essere effettuata con un aspiratore a pompetta (detto anche a bulbo) o con un aspiratore a bocca anche se più recentemente in commercio se ne trovano di elettrici ma sono ovviamente più costosi.

Il raffreddore nel neonato può avere complicazioni?

Raffreddore e naso chiuso non rappresentano, ovviamente, un rischio immediato per la salute del neonato però vanno gestiti adeguatamente al fine di evitare complicazioni.

Le complicazioni a cui può andare incontro un raffreddore “curato” male o trascurato sono rappresentate essenzialmente dal diffondersi dell’infezione alle vie aeree inferiori e all’orecchio, pertanto potremo avere tracheiti, bronchiti, bronchioliti (nei bambini sotto i 6 mesi), otiti.
In presenza di un raffreddore che non tende alla guarigione spontanea o se si associano altri sintomi è bene contattare immediatamente il pediatra.

Lascia un commento