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Tampone o test sierologico: quando e quale fare in caso di febbre

L’arrivo dell’autunno coincide inevitabilmente con il diffondersi delle infezioni da virus parainfluenzali e influenzali ma quest’anno la situazione si complica ulteriormente con la maggior circolazione e diffusione del coronavirus (SARS-CoV 2). E quindi alla prima linea di febbre, alla comparsa del primo raffreddore o del primo mal di gola i dubbi ci assalgono “è covid o influenza?” oppure “è necessario eseguire il tampone immediatamente o è meglio aspettare?” e ancora “meglio il tampone, il test rapido o l’esame sierologico?”. Purtroppo la confusione è ancora tantissima perciò in questo articolo cercheremo di fare un po’ di chiarezza e di dare qualche consiglio per capire a chi rivolgersi e come comportarsi in caso di febbre e se e quando sottoporsi al tampone.

Tampone molecolare, tampone antigenico, test sierologici: facciamo chiarezza

Tampone antigenico, tampone molecolare, test rapido, test sierologico sono parole fino a pochi mesi fa sconosciute alla stragrande maggioranza della popolazione mentre ora sono entrate a far parte del nostro vocabolario tanto che anche nei bar e nelle piazze non si fa che parlarne.

Ma sappiamo davvero tutto? conosciamo tutti la differenza esistente tra un test antigenico e uno molecolare? possiamo decidere in completa autonomia se e quando fare un tampone o un test sierologico?

Cerchiamo di capire meglio cosa sono questi diversi test e quando farli:

  1. Test molecolare (il tampone naso-faringeo classico): è stato il protagonista indiscusso della prima fase dell’infezione da SARS-CoV 2 e continua ad esserlo anche in questa seconda ondata. E’ il test d’elezione per fare la diagnosi di infezione perché consente di individuare la presenza del materiale genetico del virus (RNA) a livello della mucosa respiratoria. Ma come si esegue un tampone molecolare e perché è così utile? Il tampone molecolare prevede il prelievo, tramite una sorta di lungo cotton fioc, di un campione di materiale biologico presente sulla mucosa faringea o naso-faringea (esistono infatti tamponi faringei e tamponi naso-faringei). Una volta prelevato il campione viene portato in un laboratorio specializzato e analizzato mediante metodi di diagnostica molecolare di real-time PCR cioè il materiale biologico prelevato viene sottoposto a un processo di amplificazione genica che consente di evidenziare la presenza o meno del virus nell’organismo. I tempi richiesti per ottenere il risultato variano dalle 2 alle 6 ore. Una positività al tampone indica con assoluta certezza la presenza di infezione in atto. Questo test è però operatore dipendente e tempo dipendente, operatore dipendente perché se eseguito male potrebbe dare un falso negativo e tempo dipendente perchè se fatto troppo presto il materiale genetico del virus potrebbe essere insufficiente ad essere rilevato mediante test. A tal proposito l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha elaborato uno schema pratico che indica anche una tempistica riguardo l’esecuzione del tampone molecolare.

    Recentemente si stanno diffondendo anche i test molecolari su campione salivare dato che si è visto che il materiale genetico del virus oltre che nelle secrezioni della mucosa respiratoria è presente anche nella saliva. I test molecolari salivari non sono però utilizzabili per la diagnosi di certezza dal momento che hanno una minor sensibilità e specificità rispetto al tampone molecolare.
  2. Test antigenico (detto anche tampone rapido): questo test non evidenzia la presenza di materiale genetico virale bensì la presenza di proteine di superficie del virus (i cosiddetti antigeni virali). I test antigenici sono molto più rapidi (danno il risultato in circa 15 minuti) ma meno sensibili e specifici rispetto a quelli molecolari perciò più che per la diagnosi vengono utilizzati per lo screening, quindi in caso di positività al test  antigenico sarà comunque necessaria la conferma diagnostica mediante test molecolare. Anche per i test antigenici esistono 2 modalità di prelievo del campione infatti abbiamo quelli su campione naso-faringeo (come per il tampone classico) e quelli su campione salivare, questi ultimi però sembrano essere meno sensibili.
  3. Test sierologico: questo esame si effettua sul sangue (da prelievo venoso per i test classici o da prelievo capillare per quelli rapidi) e consente di evidenziare la presenza o meno di anticorpi diretti contro il coronavirus. Questi test quindi indicano l’avvenuta esposizione al virus ma non sono utili per la diagnosi di infezione in atto perché la comparsa degli anticorpi non è immediata. Permettono di individuare la presenza di due tipologie diverse di anticorpi circolanti le IgM (che sono indice di infezione recente) e le IgG (che indicano invece un’infezione pregressa senza però darci informazioni relative ai tempi). La positività al test sierologico, che come già detto non è indice di infezione in atto, richiede comunque la conferma mediante esecuzione di tampone molecolare.

Questo schema di facile interpretazione ci fa capire come eseguire un test sierologico troppo presto potrebbe non essere utile così come una negatività al test sierologico non significa necessariamente non essere venuti a contatto con il virus perché gli anticorpi necessitano di qualche giorno per comparire nel sangue.

Da quanto detto risulta evidente come la scelta del test a cui sottoporsi sia cruciale in termini di individuazione dei soggetti infetti, specie degli asintomatici che, come è noto sono la maggior parte dei positivi. Le ultime evidenze sembrano confermare che nonostante l’assenza dei sintomi questi soggetti possano comunque diffondere il virus anzi, come si evince da un articolo pubblicato su Jama e che vede tra gli autori anche Anthony Fauci sembrerebbe che la trasmissione da positivi asintomatici possa essere responsabile di più del 50% dei contagi nei vari focolai di infezione da SARS-CoV 2.

Nella giungla di informazioni discordanti e di pubblicità ingannevoli l’unico punto fermo del Sistema Sanitario Nazionale resta la Medicina Generale e la Pediatria di Base quindi se hai dei dubbi su cosa fare in caso di febbre, cosa fare in caso di contatto con soggetto positivo e a quale test sottoporti non esitare a chiedere informazioni al tuo Medico che, senza dubbio, saprà darti le informazioni che stai cercando.

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